Fiorenzuola di Focara si trova a pochi km da Gabicce Mare, a ridosso del confine tra l’Emilia Romagna e le Marche: pur non trattandosi strettamente di Romagna (fa parte della provincia di Pesaro e Urbino) si può raggiungere facilmente e colpisce per la sua unicità.
Questa deliziosa località è costituita da un piccolo borgo medievale a picco sul mare a circa 200 mt di altezza, immersa nel Parco del Monte San Bartolo, che custodisce una spiaggia libera, paradiso per gli amanti della tranquillità e del mare in versione “non attrezzata”.
In questo tour andremo alla scoperta delle bellezze di Fiorenzuola di Focara: una variazione sul tema Riviera Romagnola che ci permette di prendere una pausa dagli eccessi romagnoli, ritornando a contatto con la natura e con il piacere delle cose semplici.
Come raggiungere Fiorenzuola di Focara
Il paese di Fiorenzuola di Focara si trova a circa 8 km da Gabicce Mare, 25 km da Rimini e 15 km da Riccione.
In auto
Si può raggiungere in auto percorrendo l’autostrada A 14 direzione sud fino a Cattolica, qui si esce e si prende la SS 16, Statale Adriatica direzione Pesaro e si seguono le indicazioni molto semplici per arrivare a Fiorenzuola di Focara.
In treno
È possibile arrivare a Fiorenzuola scendendo alla Stazione di Pesaro: qui si trovano collegamenti autobus per raggiungere il paese.
La strada che conduce al paese è piccola ma ben asfaltata e si snoda nel Parco San Bartolo: qui lo scenario lascia la città e la fisionomia della Riviera per immergersi nella campagna e nella dolcezza delle colline.
Il borgo di Fiorenzuola
Il paesin
o di Fiorenzuola ha origini romane. Inizialmente noto solo come Fiorenzuola (da castrum florentis), prese la il nome di Focara nel 1889 (forse per la presenza di fornaci per cuocere i mattoni o per i fuochi accesi a mo di faro segnalatore). Insieme a Casteldimezzo, Gradara e Granarola è uno dei quattro castelli edificati per fini strategici e difensivi intorno al XIII secolo.
Passeggiando tra i graziosi vicoletti si possono ritrovare le testimonianze della sua storia. Oltre ai resti della cinta muraria che circondava il borgo, oggi in restaurazione insieme ai torrioni laterali, si ritrovano mura e portoni medievali e il campanile della chiesa di Sant’Andrea di cui si hanno notizie fin dal XII secolo.
Una delle porte del borgo riporta un’insegna molto particolare che ricorda i versi che Dante dedica a Fiorenzuola nel canto XXVIII del suo Inferno:
“E fa saper a’ due miglior da Fano,
a messer Guido e anco ad Angiolello,
che, se l’antiveder qui non è vano,
gittati saran fuor di lor vasello
e mazzerati presso a la Cattolica
per tradimento d’un tiranno fello.
Tra l’isola di Cipri e di Maiolica
non vide mai sì gran fallo Nettuno,
non da pirate, non da gente argolica.
Quel traditor che vede pur con l’uno,
e tien la terra che tale qui meco
vorrebbe di vedere esser digiuno,
farà venirli a parlamento seco;
poi farà sì, ch’al vento di Focara
non sarà lor mestier voto né preco”
(Divina Commedia Inferno, XXVIII, vv.76-90)
La spiaggia
Dalla cima della collina su cui si trova il borgo partono alcune stradine che conducono alla spiaggia, si tratta di sentieri sono più o meno impervi che si addentrano nella natura. Tra questi c’è una strada asfaltata agevole che si può percorrere a piedi e permette di raggiungere la spiaggia in circa 20 min di cammino.
Quello che si trova è qualcosa di diverso dalla classica spiaggia attrezzata tipica della riviera romagnola: il contesto è meraviglioso e incontaminato e l’assenza di servizi viene ripagata dalla bellezza selvaggia del litorale. Non ci sono né ombrelloni, né lettini, né bar, pertanto è necessario partire attrezzati (soprattutto con acqua e cibo e un ombrellone per le ore più calde) se si desidera qualche comodità in più. In paese, prima di iniziare la discesa si trovano bar e alimentari per fare scorta.
La dimensione è perfetta per chi cerca tranquillità e una spiaggia lontana dalla confusione: nonostante la sua bellezza, infatti, è tuttora poco frequentata rispetto ad altre località proprio per la sua assenza di servizi e perché poco pratica da raggiungere.
Quindi il consiglio è: man mano che si percorre la strada che porta in spiaggia, lasciate indietro affanni e pensieri, abbandonate l’idea del caos e del divertimento a tutti i costi e iniziate a respirare l’aria intorno: la natura che circonda il percorso è rigogliosa e pulsante, inebria l’olfatto e lo sguardo.
La passeggiata, anche se un po’ lunga, è riconciliante.
Una volta arrivati, avendo avuto cura di portare con un buon libro, acqua e cibo, trovate il vostro posto tra ciottoli e sabbia, molti usano rami e altri resti lasciati a riva dalle tempeste per costruirsi ripari.
A questo punto lasciatevi rapire dal panorama: davanti l’orizzonte e l’Adriatico e alle spalle l’abbraccio della falesia con le sue rocce, la vegetazione un po’ brulla e il paese di Fiorenzuola in cima.
Un delicato incanto da cui riemergere solo quando inizia a calare il sole: è quello il momento di rimettersi in cammino per la scalata che riporta fuori da questa parentesi selvaggia, di nuovo nella realtà della riviera.
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