Rimini nelle canzoni: musica e parole che raccontano la città

Rimini, Rimini, è la canzone di Casadei poi inserita nell’omonimo film degli anni ’80 che vede protagonisti gli attori più famosi della commedia italiana del tempo. “Rimini, Rimini voglia di correre, voglia di vivere…Un incontro per caso può valere una vita”. La Rimini di questa canzone è culla del divertimento. Ma Rimini è solo questo per i poeti e i cantautori italiani?

Ripartiamo da qui. Qualche settimana fa vi avevamo raccontato la Rimini nella letteratura e adesso – come promesso – vi raccontiamo quella dei cantanti. La dicotomia di cui parlammo allora, quella del divertimentificio che si scontra con la malinconia del mare d’inverno e le contraddizioni che si aprono tra un luogo che è metropoli e provincia allo stesso tempo si vedono anche nelle note e nelle parole cantate.

La Rimini forse più famosa della musica italiana è quella cantata da Fabrizio De Andrè. Già dalla copertina (Rimini, infatti  è anche il nome dell’album che contiene la canzone) tira aria di tempesta, sulla spiaggia una piccola folla quasi scompare in mezzo a due palme in balia del vento. “Teresa ha gli occhi secchi e guarda verso il mare”,  un mare malinconico. Malinconica è la melodia e anche la storia che nasconde.

Teresa è riminese, seduta davanti al mare spazia con la fantasia per fuggire alla realtà dell’aborto. Come è tipico nel poeta genovese la realtà si intreccia con la fantasia e il sogno e il risultato diventa quel puntino sulla spiaggia, diventa Teresa che guarda l’orizzonte e il mare.  Ma anche nella Rimini di De Andrè l’anima più stereotipata – ma anche vera, fatta di persone – viene fuori ed ecco che si canta “Abortire il figlio del bagnino e poi guardarlo con dolcezza”.

Non tutti sanno che anche un altro grande cantautore italiano dedicò a questa città i suoi versi: Francesco Guccini. Lui nel 1983 lascia alla storia Inutile, canzone malinconica  che definisce la città, anzi il mondo che rappresenta: imbecille. “A Rimini la spiaggia com’è vuota, quasi inutile di marzo deserta dell’estate, in ogni simbolo imbecille e vacanziera”.

Cambia totalmente registro, per farsi allegra e canzonata la Rimini di Lu Colombo, cantata in Rimini (di Claudio Lolli) . Eppure siamo nel 1985, vicinissimi a Guccini ma tutto è cambiato. Qui  “Rimini mi sembra Africa. L’Equatore passa di qui e il rifugio di chi, dopo aver viaggiato il mondo, scopre casa mia”. Rimini come l’Africa? Forse. Sta di fatto che ad essere rimpianto è il divertimento e in aggiunta si “odia” questo mare per aver fatto innamorare anche i playboy più incalliti… “Proprio io, che son sopravvissuta a tristi tropici da turista mi ritrovo persa in un amore italiano”.

Di sogno e “svago” inteso in senso ampio si collocano anche le citazioni di due contemporanei come Lucio Dalla e Luca Carboni. Il primo canta la città in Amici, una ballata che mette al centro non il sentimento dell’amore bensì quello dell’amicizia, facendo di questa spiaggia il simbolo di legami che non si scordano. “Quando eravamo piccoli, strani a volte incomprensibili, quasi sempre innamorati tra noi, sognavamo ad occhi aperti e a cieli limpidi, sogni estivi ed impossibili… sopra una panchina a Rimini”.
Luca Carboni invece si concentra sul mare, e lambisce Rimini più che attraversarla. Lui parte da Bologna e parte sognando la meta più dolce: il mare.

E poi c’è Splash Down Rimini cantata da I Righeira, a metà tra l’elettronica e la punk anni ’80… “dolce vita a Rimini…una notte troppa piccola” che canta degli amori “troppo possibili” tra le tedesche e gli italiani. Bellissima, squisitamente trash ( non se la prendano gli autori).

Arriviamo agli anni ’90 cone Estate 1992 di Jovanotti. Qui Rimini passa, insieme ad altre località come Ostia e Riccione per disegnare un certo tipo di “stagione”, dei giovani in vacanza dalla scuola.

Infine, non possiamo non chiudere con un riminese: Samuele Bersani. La canzone è Binario 3 cantata con Fabio Concato. Un piccolo cammeo per un testo di ben altra qualità rispetto ai precedenti. “Qualcosa come innamorarsi a Napoli sotto le nuvole volate via, lasciarsi in faccia ad un tramonto storico spuntato a Rimini al binario tre.”

E ci fermiamo al… binario 3. Adesso tocca a voi.
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