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Arco di Augusto: la porta romana più antica di Rimini

Indirizzo:

Largo giulio Cesare, 47921 Rimini RN.

Tipologia:

monumenti

Pagamento:

Gratuito

Contatti:

Tel: 0541.704111
E-mail: urp@comune.rimini.it

Sito internet:

http://www.comune.rimini.it/comune-e-citta/citta/monumenti/arco-daugusto

Facebook:

https://www.facebook.com/comunedirimini/

Come Arrivare:

Facile da raggiungere in auto e con altri mezzi pubblici.
In auto: uscita Autostrada A14 Rimini Sud, seguire direzione Rimini e seguire per indicazioni centro storico.
In treno: stazione FS Rimini, poi bus oppure a piedi, prendendo Via Dante e proseguendo per il centro storico.
In bus: dalla stazione FS Rimini prendere linee n. 1, 2, 14 e 15, fermata "Arco d'Augusto" (Molte linee TRAM si fermano all'Arco d'Augusto).

Parcheggio:

A pagamento, nei dintorni dell'Arco d'Augusto e del centro storico.

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Informazioni utili, storia & curiosità

L’Arco di Augusto, assieme al Ponte di Tiberio, è uno dei simboli romani più antichi di Rimini, nonché un punto di riferimento fondamentale per tutta la città. Il monumento si trova infatti nel centro storico, all’estremità del Corso d’Augusto, che attraversa tutto il centro fino ad arrivare al ponte sopracitato.

È uno degli archi superstiti più antichi dell’Italia Settentrionale ed è stato realizzato con pietre d’Istria. Possiede quattro scudi o ritratti rotondi d’epoca romana, in cui sono raffigurate le quattro divinità: Giove, riconoscibile dal simbolo del fulmine; Apollo, raffigurato con cetra e corvo; Nettuno, riconoscibile dal tridente e il delfino, e infine la Dea di Roma, rappresentata con il gladio e il trofeo d’armi. Su entrambe le facciate si trovano due teste di bue, simboli rispettivamente della potenza di Roma e di Rimini, diventata colonia romana.

L’arco è stato sviluppato in verticale con una fornice molto ampia che non rendeva possibile la chiusura con delle porte. Questa caratteristica era in linea con la politica dell’Imperatore Augusto, volta alla Pax Augustea: non essendoci alcuna minaccia di attacchi nemici non c’era neanche bisogno di chiudere le porte della città. L’arco era stato comunque edificato nello spazio costretto tra due torri e le mura, di cui oggi rimangono solo le rovine, poiché vennero distrutte negli anni del fascismo.

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